sabato 21 marzo 2009

Il Terzo Mistero

Siamo giunti a metà Quaresima e ieri sera, alle ore 18, presso la Chiesa di S. Giovanni a villa di Sessa Aurunca (Ce), si è svolta la tradizionale funzione per l'esposizione del terzo dei Misteri dolorosi che comporranno il corteo della processione del Venerdì Santo, a cura dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso. Il Terzo Mistero, simboleggia l'incoronazione di spine e la scena dell'Ecce Homo. Ecce Homo (Giovanni 19,5) significa letteralmente Ecco l'Uomo, ed è la frase che Ponzio Pilato, allora governatore romano della Giudea, ha rivolto ai Giudei nel momento in cui ha mostrato loro Gesù flagellato. Secondo il racconto dei Vangeli, al momento dell'arresto di Gesù, il Governatore lo reputava innocente, ma dato che i Giudei lo volevano giustiziare ugualmente, Pilato lo fece flagellare, credendo potesse essere il massimo della pena che gli si poteva infliggere. Quando ebbero finito con tal punizione, « i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora ed una canna tra le mani; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!". E gli davano schiaffi.»(Gv 19,2-3). Pilato ripropose ai Giudei il Cristo coperto di piaghe e ferite sanguinanti e disse "Ecce Homo" come per dire "Eccovi l'Uomo, vedete che l'ho punito?". Ma non fu sufficiente, e fu così che i sommi sacerdoti lo fecero crocifiggere. La tradizione cristiana ha visto in questa frase una specie di conferma involontaria, anche da parte di Ponzio Pilato, del fatto che Gesù è l'uomo per eccellenza, il modello di uomo, colui che rappresenta la più alta realizzazione dell'umanità. La coronazione di spine è il terzo Mistero Doloroso del Santo Rosario recitato il martedì e il venerdì. Il terzo Mistero, in passato, veniva tradizionalmente affidato ai confratelli "artigiani" ed in particolare ai "falegnami". Come già avvenuto per gli altri Misteri, riportiamo a corredo dell'articolo due fotografie. La prima risale al 1940 ed è in bianco e nero. La seconda ritrae il Mistero nel 2004, dopo l'ultimo intervento di restauro.
Foto di Pasquale Ago.

venerdì 20 marzo 2009

A Sessa, nu’ viernerì de marzo…

A Sessa, nu’ viernerì de marzo…

Maronna! È passato n’anno! Aier’ era Natale!

Si ci piens’ ‘n attimo, te sient’ scunsulato!

pare che tutt’attuorno è sempe tale e quale

ma già te sient’ ‘e rice « avimme ‘ncuminciato! »

« Ma cominciato che? » ricesse nu furastiere

« Ormai siamo già a marzo, non credo il nuovo anno! »

E’ viernerì ‘e marzo, comincia il “miserere”,

ma vuie ‘ate raggione, i furastieri nu’ lu sanno!

« Comincia il miserere? Ohibò! Che sarà mai? »

Difficile a spiegà a cchi nun è sessano

'na cosa che nun truovi, in giro addò vai, vai

‘na cosa per la quale, vene ‘ggente da luntano!

nu canto? ‘na funzione? un rito tramandato?

difficile a spiegà chell’ che è verament’

strofette longhe, corte, nu latino struppiato,

si ru sient’ ‘a prima vota, pare solo nu lamient’,

eppure stu lamient’, ca sient’ int’ ‘a nuttata

diventa veramente a Sessa ‘na funzione

quanno ogni viernerì, a rent’ ‘a nu purtone

nu trio ‘e giovanotti se fa chesta cantata.

A ‘ggente e stu paese, da sempe è abbituata,

sape riconosce ‘a voce, ‘a strofa e chi ha cantata,

apprezza d’ogni trio l’accordo e l’espressione

e quand’anche nun capisce, è sempe n’emozione!

Na vota c’era “il trio”, uno solo, dei decani,

di quelli che cantavano con una vera arte,

che ai giovani in attesa dicevano « Domani! »

e questi umilmente si mettevano da parte.

Oggi pronti a cantare, ce ne stanno tanti,

perciò ‘sta tradizione sicuro non si perde,

certo non tutti sono subito “musicanti”,

qualcuno è già maturo, qualcuno ancora verde

ma rent’ ‘a cchiesa o fore, per ogni venerdì

passione o tradizione, ognuno so fa sentì

tutti vonn’ ‘ra ‘na “botta”, tutti vonn’ cantà

e a ‘vvote, scherzosamente, se sente : « Marisciaaà ! »

A dir la verità ( pure chesta è tradizione!)

non manca qualche volta ‘na voce a rent’ o scuro

ca dopo dduie o tre botte cantate cu passione

allucca « Mo’ fenitela! Se sceten’ ‘e ‘ccriature! »

ma ciò non è un problema, si va da un’altra parte,

c’è sempre chi ti aspetta e sa apprezzare “l’arte”,

che dice « E’ andata bene, ma la “prima” è un po’ calante! »

ma po’ sta sempe pronto a offrire a tutti quant’

‘nu bicchirieglio ‘e vino dagli auguri accompagnato

pecchè chell’ che conta non è quello che ha dato,

ma è che pe’ chist’anno, pur’ isso c’è arrivato,

ancora pe’ ‘na vota, ha sentuto “ru miserere”

perciò ringrazzi’ a Dio…e appriesse po’ se vere!

Antonio Varone marzo 2009

sabato 14 marzo 2009

Il Secondo Mistero

La Quaresima avanza e ieri sera, alle ore 18, presso la Chiesa di S. Giovanni a villa di Sessa Aurunca (Ce), si è svolta la tradizionale funzione per l'esposizione del secondo dei Misteri dolorosi che comporranno il corteo della processione del Venerdì Santo, a cura dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso. Il Secondo Mistero, che si espone il secondo venerdì di Marzo, simboleggia Gesù durante la flagellazione. Secondo i Vangeli (Mt.27,26; Mc.15,15; Lc.23,16; Gv.19,1), Gesù Cristo fu sottoposto al supplizio della flagellazione durante il processo celebrato dal procuratore romano Ponzio Pilato. Pilato fece flagellare Gesù, per dare soddisfazione ai notabili ebrei che lo accusavano. I soldati spogliarono Gesù e lo legarono per i polsi a una colonna dell'atrio. La flagellazione fu effettuata con il "flagrum" (il flagello) composto da strisce di cuoio multiplo su cui erano fissate due palle di piombo e degli ossicini. Le tracce sulla Sindone di Torino sono innumerevoli; la maggior parte delle sferzate fu indirizzata alle spalle, alla schiena, alla regione lombare e anche al petto. I carnefici dovevano essere due, uno da ciascun lato, di ineguale corporatura. Colpirono a staffilate la pelle, già alterata da milioni di microscopiche emorragie del sudor di sangue. La pelle si lacerò e si spaccò; il sangue zampillò. A ogni colpo il corpo di Gesù trasalì in un soprassalto di dolore. Le forze gli vennero meno: un sudor freddo gli imperlò la fronte, la testa gli girò in una vertigine di nausea, brividi gli corsero lungo la schiena e se non fosse stato legato molto in alto per i polsi, sarebbe crollato in una pozza di sangue. Il secondo Mistero, in passato, veniva tradizionalmente affidato ai confratelli "studenti", in attesa che si realizzassero nella professione, allorquando sarebbero stati trasferiti al Cristo Morto (che la tradizione voleva affidato solo a nobili e professionisti). Come già avvenuto per il primo Mistero, riportiamo a corredo dell'articolo due fotografie. La prima risale al 1940 ed è in bianco e nero. La seconda ritrae il Mistero nel 2004, dopo l'ultimo intervento di restauro.
Foto di Pasquale Ago

domenica 8 marzo 2009

Concerto "Musiche della Settimana Santa"




Anche per il 2009 il concerto musicale cittadino denominato "Concerto musicale Città di Sessa Aurunca", Associazione legale con atto costitutivo n°16140, C.F.n°95008330615, e ufficialmente iscritta all'albo delle associazioni comunali come associazione no profit, eseguirà l'ormai famoso e collaudato concerto della Domenica delle Palme con l'esecuzione di marce funebri che saranno poi rieseguite durante le solenni processioni del Venerdì e Sabato Santo a Sessa Aurunca. Visto il grande successo delle otto edizioni precedenti detta manifestazione è stata fortemente sollecitata dall'Amministrazione Comunale, dal Festival di Musica d'Insieme, dalle Confraternite tutte e da tantissimi cittadini. Quest'anno, il Concerto verrà eseguito non nella tradizionale sede,Auditorium Scuola Media Statale F. De Sanctis di Sessa Aurunca, perchè attualmente inagibile, ma nella monumentale Chiesa dell'Annunziata alle ore 19.30 del 5 aprile 2009 (Domenica delle Palme). Si ringrazia: le autorità ecclesiastiche per averci ospitato nella Chiesa dell'Annunziata , il Comune di Sessa Aurunca per il Patrocinio ed il contributo pro concerto, il prestigioso Festival di Musica d'Insieme per il riconoscimento della manifestazione e la collaborazione per la stessa, la Scuola Media De Sanctis che ci ha sempre ospitato nelle edizioni passate ,e le Confraternite SS. Crocifisso e Monti dei Morti, SS. Rigugio e San Carlo Borromeo per aver affidato l'accompagnamento musicale delle solenni processioni del Venerdì Santo e Sabato Santo al "Concerto Musicale Città di Sessa Aurunca" come ininterrottamente da più di duecento anni, cosa che pare non accadrà per la solenne processione della Madonna del Popolo di Lunedì in albis, sebbene il Concerto musicale cittadino da sempre alle ore 4.30 del mattino di novembre, in occasione della vera ricorrenza della Madonna del Popolo è pronto ad onorare la nostra santa Padrona con la sua musica.




sabato 7 marzo 2009

Il Primo Mistero

Ieri sera, alle ore 18, presso la Chiesa di S. Giovanni a villa di Sessa Aurunca (Ce), si è svolta la tradizionale funzione per l'esposizione del primo dei Misteri dolorosi che comporranno il corteo della processione del Venerdì Santo, a cura dell'Arciconfraternita del SS. Crocifisso. Un'antica tradizione, come detto, (come si può evincere dagli antichi registri che l'Arciconfraternita custodisce gelosamente), che vuole esposti, uno dopo l'altro, in tutti i venerdi di Marzo, i Misteri del Venerdì Santo, e durante la quale si tiene una S. Messa, con un sermone dedicato al simbolismo del Mistero esposto quella sera, ed alla fine si cantano le 10 strofe del Miserere, con l'accompagnamento di un harmonium. Una funzione molto sentita dalla popolazione che partecipa copiosa e che alla fine si stringe in un rapporto simbiotico con le Statue alle quali tutti affidano le proprie ansie e speranze, condensate in una preghiera riservata ed un bacio al Mistero. Nel primo venerdì di Marzo, si espone il primo Mistero che simboleggia Gesù orante nell'Orto del Getsemani dinanzi all'Angelo inviato dal Signore che gli porge il calice. Secondo quanto descritto dai Vangeli, Gesù, terminata la cena con i suoi apostoli, si avviò verso il monte degli Ulivi e si fermò nel podere chiamato Getsemani: «Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare» (Matteo 26,36). In questo podere, mentre gli apostoli dormivano, Gesù pregò ed accettò la passione che ormai gli si prospettava davanti:«Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà»(Matteo 26,41).
Il primo Mistero è il più pesante tra quelli che vengono portati in processione il Venerdì Santo e per questo, tradizionalmente, veniva affidato ai confratelli più alti e forti (la tradizione popolare voleva il Mistero affidato in passato ai "carrozzieri" - conduttori di carrozze). Riportiamo a corredo dell'articolo due fotografie del Mistero. La prima risale al 1940 ed è in bianco e nero. La seconda ritrae il Mistero nel 2004, dopo l'ultimo intervento di restauro.
Foto di Pasquale Ago

lunedì 2 marzo 2009

I confratelli ed il Venerdì Santo

Un tempo, i confratelli non possedevano i sai, che erano di proprietà esclusiva dell'arciconfraternita del SS. Crocifisso. Questo voleva dire che dopo il proprio turno bisognava svestirsi per cedere la veste ad altro confratello; ma voleva anche dire che chiunque poteva finire “sotto il Mistero” purchè riuscisse a procurarsi la "veste". Non c’erano file da rispettare, cordoni da portare, fiaccole o candele (o almeno così era nella prima metà di questo secolo); i partecipanti non erano neanche tutti confratelli ma spesso solo cittadini sessani affezionati alla processione. Un ruolo importante era quello del mazziere che dove far rispettare l’ordine e soprattutto consentire ai Misteri di farsi largo fra la popolazione che assisteva alla processione in modo non ordinato. I portatori del Cristo Morto, invece, oltre ad essere scelti fra i confratelli più anziani e di spiccate origini nobiliari o quanto meno di elevato rango sociale, non vestivano il saio (usanza che fu instaurata dal 1904 in poi) ma il frack completato da un particolare copricapo, simile ad una cuffietta. Le donne alluttate erano pochissime, in quanto si concentravano soprattutto nella processione dell’Addolorata del Venerdì Santo. Il loro consistente incremento si ebbe dopo il commissariamento. Di origine più antica è l’usanza di vestire le bimbe come angioletti che con odorosi incensieri, accompagnano, precedendolo, il Cristo Morto (usanza, questa, tuttora praticata). Ai lati del Cristo, quattro giovani confratelli, portavano la "torcia quadra", una grossa candela votiva formata dall’unione di quattro candele più piccole. Un tempo, questa era la prima fase della “gavetta” per il nuovo confratello.

Nella foto - Venerdì Santo 1963