L’antica processione dei Santi
Patroni (S. Leone IX e la Madonna del Popolo) della città di Sessa Aurunca (Ce), che
da secoli si tiene nella mattina del Lunedì in Albis, ha subito nel tempo diversi cambiamenti che qui di seguito cercherò sinteticamente di ricordare a futura
memoria.
Innanzitutto bisogna precisare che la presenza delle associazioni laicali e delle confraternite cittadine è figlia
delle riforme introdotte dal Vescovo Mons. Costantini alla fine degli anni 60
poiché in precedenza le due statue procedevano con la sola presenza del clero.
La statua di San Leone IX, più
piccola e preziosa di quella attuale (l'originale fu trafugata all’inizio degli
anni 80), veniva portata a spalla da
otto accollatori che indossavano mantelle prese in prestito dalla
confraternita di San Biagio o di San Carlo Borromeo.
I portatori della Madonna,
invece, indossavano lo stesso abito in uso oggi con l'aggiunta
del cappuccio e dei guanti bianchi, in segno di rispetto alla
Vergine (sarebbe auspicabile il recupero di questa usanza).
Davanti alla statua procedevano,
divisi in doppia fila, i seminaristi ed il clero; proprio davanti alla Statua della
Madonna, procedeva il Vescovo, con paramenti solenni, ed il Capitolo Cattedrale.
In mezzo alle due file del clero, miriadi di bambini (maschi e femmine) vestiti da angeli (ed
arcangeli) con preziosi abiti turchini e dorati inondavano l’aria di odoroso incenso.
Ai due lati della Statua c’erano artistici fanali di legno indorato portati da giovani seminaristi.
Dietro alla Madonna c’era il
palio ancora oggi in uso durante la processione del Corpus Domini (anche questa usanza dovrebbe essere recuperata).
Il percorso e la durata della processione non hanno
subito particolari variazioni se non negli anni 50-60 del secolo scorso quando, in concomitanza
con la realizzazione delle prime case popolari (nell'attuale
viale Trieste), il corteo, giunto in prossimità di piazza Tiberio, deviava per
via delle Terme e attraverso la strada esterna scendeva fino alla piazzetta di quello che un tempo era chiamato "rione semicerchio" per poi risalire attraverso la porta dei Cappuccini ed il Corso.
La processione, però, effettuava
una sosta dinanzi alla Chiesa di S. Anna, luogo dove fu rinvenuto il quadro
della nostra Patrona. Qui le suore del omonimo convento (finché hanno operato)
offrivano a tutti i partecipanti una pagnottella di pane bianco benedetta che
sarebbe stata consumata di lì a poco durante il pranzo della festa che seguiva la processione.
La banda musicale ha fatto il suo
ingresso nel corteo solo nella seconda parte dell’ottocento. In
precedenza il sottofondo musicale era garantito dalla presenza di cori di voci bianche che
intonavano l’Ave Mari Stella, canto ancora oggi molto amato dai sessani ed associato proprio al culto per la
nostra Avvocata.
Sui davanzali dei balconi si
stendevano le coperte “buone” e si lanciavano petali di rosa al passaggio della
Madonna.
Ingente (e superiore ad oggi) era la partecipazione
della popolazione non solo di quella residente in Sessa ma anche proveniente
dalle frazioni e dai casali limitrofi visto che la Madonna del Popolo è anche
Patrona della Diocesi.
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