Nel travaglio dell' uomo dolente
straziato, insultato e sofferente,
dona il suo sguardo stanco
alla madre che lacrima affianco.
Madre mia!
non guardare tuo figlio che va via,
prega per quest' uomini
che il mio corpo dilaniar con fulmini.
Serba il tuo pianto
che nel mio cuor lo ricorda stanco,
ora vicino alla colonna
io ti imploro oh Madonna!
Le fitte e le sferzate
lancinanti, dolenti e marcate,
le ferite recate
e mai vendicate.
Non visibile, appresso
l'Angelo t'impone il passo,
mai soffrir e seguir
in quel tempo dovetti patir!
Oh mio Signor! Culla....
il mio cuor è pentito e urla,
le origini a loro ignote
nel memento oggi in dote.
Funesto fu l'addio,
a questo mondo non appartengo nemmeno io,
solo i chiodi, catene e funi
di questa vita rimasti immuni.
Nell'attesa della tua venuta
di promessa a te mantenuta,
il Venerdi Santo
t'innalzo il mio canto...
"miserere,
mei deus
secundum magnam
misericordiam tua".
E cosi che gli uomini
ti raggiunsero..
innalzando il loro
Canto.
Pietro Ciriello
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